COMITATO LIBERAZIONE NAZIONALE VENETO |
Verona, 28 Gennaio 2017
Lettera aperta – riassunto sull’intervento dei GIR e CLNV a difesa dei fratelli Spezzapria.
Venerdi 27 Gennaio 2017 alle ore 06.00 Fernando, Stefano e io, arriviamo a Piovene, direttamente a casa degli Spezzapria. Sul posto, sono già presenti dalla sera prima Finozzi, Favaro, Michela, e altri (che hanno dormito sul posto: in macchina). Altri intanto arrivano alla spicciolata.
E presente già in loco lo spiegamento delle forze militari occupanti: carabinieri schierati a chiusura della strada, con tre file ognuna composta da 15 uomini in tenuta antisommossa ( costoro avevano già aggredito quelli che avevano dormito in auto, per allontanarli di forza dal cortile degli Spezzapria). Mi avvicino e chiedo loro chi è che comanda quel plotone militare; il comandante dei carabinieri si avvicina e quando vede la mia persona, inizia ad urlare in maniera isterica: “Io non parlo con lei! Io non parlo con lei!” E cosi dicendo, mi gira le spalle, allontanandosi..
A quel punto le cose stanno così: ci sono tre ragazzi da soli lì in casa (i fratelli Spezzapria), e Cervo, la Scandian, Favaro e io decidiamo di entrare in casa.
Sì… ma…come fare???
Girato l’angolo di via a pochi metri, incontriamo Contin e Lanza; girando da dietro la fila di case attraverso i campi, riusciamo ad arrivare sul retro dell’abitazione della casa degli Spezzapria; uno dei fratelli intanto ci apre e riusciamo ad entrare in tre ( Isacco, Pietro e io); gli altri vengono bloccati dai due carabinieri che stavano sorvegliando il retro sorvegliare della casa. Ma noi intanto siamo già dentro. Nel frattempo, fuori sull’ingresso principale, Finozzi, Aldegheri, Scandian, come responsabili GIR, assieme a membri dell’Autorità Nazionale Veneta, Bedin, Borsoi, Scavazzon, Viero, Lanza, Aldegheri (padre), Moravio, Pin, Nicolli, Bianchi e poi Flavio Contin (Serenissimo storico) e tutti gli altri, tengono alto il comando: loro fuori noi in casa con gli Spezzapria.
Alle 08,30 circa suona il campanello: è l’ufficiale giudiziario, scortata dalle forze militari occupanti con manganello in mano e pronti a colpire. E urlano “fuori fuori! Voi!”, indicando me, Pietro e Isacco. “Fuori vi faccio arrestare!”, ci minacciano. Ma noi rimaniamo in ginocchio, con le mani dietro la testa: “Siamo prigionieri di guerra”, dichiariamo.
Ci spintonano fino a metterci fuori. Il comandante urla, sbraita: ha gli occhi fuori dalle orbite. Eppure lui è armato, mentre noi no! Perche questo atteggiamento, più da chi ha paura, che da chi avrebbe la possibilità di annientarci??
E perche non ci arresta come da minaccia???
E che dire di quando vengo chiamata in disparte dal responsabile della Digos? Che mi dice: “Badii e’ sparito un manganello a quelli dell’Antisommossa. Per favore lo faccia saltare fuori”
Lo guardo e gli dico: “Mi sta dicendo che l’Antisommossa ha perso un manganello??”
E lui: “Badii gli e’ stato sfilato da qualcuno, presumo”.
Intanto il comandante dei carabinieri seguita a dar di matto, e insiste che rivuole il manganello. Rosso in faccia, continua ad urlare, mentre uno spiegamento di carabinieri comincia a girare per i campi vicini, cercando tra le sterpaglie il manganello scomparso.
I Patrioti intanto sono decisi a non mollare; e non molliamo (incuranti del manganello perso dall’antisommossa).
Non molliamo, neppure quando vengono messi i sigilli alla casa degli Spezzapria. Perché anzi è qui che decidiamo di dirigerci verso il comune.
Quando arriviamo, troviamo il palazzo comunale anch’esso bloccato dall’Antisommossa; il solito comandante è presente, e oramai è così rosso in faccia che sembra una pentola a pressione.
Con immenso piacere, vedo arrivare dei patrioti del LIFE (Liberi Imprenditori Federalisti Europei); c’è il responsabile Quaglia con altri, uniti anche loro con noi per questa famiglia veneta spazzata via dalla propria casa dall’occupante italiano.
Un sovrintendente della Digos dice che il sindaco non c’è: sarebbe a lavorare, dice, perche lui fa il camionista. Ma chi lo conosce, sa benissimo che è un imprenditore, e che questa risposta è solo una delle solite balle per prendere tempo, e fare in modo che il sindaco non si esponga e quindi che non debba metterci la faccia.
Ma non hanno fatto i conti con la DETERMINAZIONE che ci distingue. Pietro, Manuel,Federico e io giriamo dietro al comune, e riusciamo sveltamente ad entrare dalla porta secondaria sul retro. Lì ci raggiunge anche il buon Maurizio, e… ola’! Ecco il sindaco! Che rimane interdetto per la nostra presenza. Allora ci dice subito che lui parlerà solo con i fratelli Spezzapria. A quel punto, non può far altro che aprire la porta e farsi vedere; e noi insieme a lui, con la sorpresa e lo sgomento dei comandanti delle forze occupanti! Che ci guardano increduli, e si guardano tra loro con sgomento e perplessità, dicendosi “E questi da dove sono passati per entrare??”
Per dovere di cronaca faccio presente che la porta sul retro è una porta regolarmente aperta al pubblico, non un passaggio segreto! Eppure probabilmente loro – le forze occupanti – non lo sapevano; Mentre Noi si !
Adesso gli Spezzapria possono avere finalmente un colloquio con il sindaco.
Abbiamo perso una battaglia; ma non la guerra!!!! non e’ finita: abbiamo solo cominciato!
I veri Patrioti ed EROI di questa storia sono i fratelli Silvia, Loris, Denis Spezzapria. Sia pure portandosi dentro una tale disperazione da togliere il fiato, e dopo aver subito una tale VIOLENZA personale, quei ragazzi hanno tenuto alta la loro DETERMINAZIONE e hanno lottato fino all’ultimo (nell’indifferenza totale di molti veneti locali): e pur essendo distrutti nell’anima, si sono dimostrati DECISI a lottare ancora per i LORO DIRITTI.
Per dovere legittimo, come responsabile GIR del CLNV, voglio che vada tutto il riconoscimento per i risultati e rinvii avuti negli interventi passati sulla questione Spezzapria a Franco Finozzi, Erica Scandian, Pietro Cervo, e tutti gli altri dei GIR di Vicenza (chiedo scusa se non conosco tutti i loro nomi): loro, pur essendo “alle prime armi”, hanno tuttavia dimostrato con onore di essere persone pronte e determinate.
La mia presenza di Venerdì è stata solo di appoggio, con gli altri dei GIR di Verona; ma la paternità della lotta appartiene a loro; noi con loro, insieme e in sinergia, venerdì abbiamo fatto quello che c’era da fare; e lo abbiamo fatto con coscienza e determinazione.
Patrizia Badii
Responsabile GIR Terre Venete
Autorità Nazionale Veneto
CLNV